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Robert Llewellyn guida elettrico per 1600 km con meno di 10 dollari
21/9/2011
Veicoli Elettrici
5396  views
  Locazione: Inghilterra
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Guidare un veicolo elettrico e fare 1600 km con meno di 10 dollari. Oggi voglio riportarvi la storia di un certo Robert Llewellyn, conosciuto con un grande fan di auto elettriche ed un eloquente difensore della causa. Ma le azioni parlano più forte delle parole e Robert ha brillantemente dimostrato quanto economico e sostenibile a livello ambientale sia un veicolo elettrico, il suo in particolare.

Robert è riuscito a coprire una distanza di 1600 km utilizzando un veicolo completamente elettrico, la sua Nissan Leaf, con un costo equivalente di 5,38 sterline. Con queste cifra si può dire che se il veicolo fosse stato a benzina l’equivalente sarebbe stato di 425 km per litro (!!!).

Come è stato possibile un tale risultato?

Semplicemente sfruttando il più possibile l’energia elettrica prodotta con i propri pannelli fotovoltaico di casa. Robert ha tenuto nota di quanta energia è stata immessa nella vettura elettrica e quanta è stata prodotta dai moduli durante la carica della vettura elettrica (quasi prevalentemente diurna). Il risultato è strabiliante: 85 percento dell’energia utilizzata per caricare la sua vettura è stata generata dal sole.

Per coprire la stessa distanza di 1600 km con un’auto a benzina sarebbero stati necessari circa 150 sterline.

Nel computo generale vanno considerati i costi di installazione dell’impianto fotovoltaico (che nel caso di Robert ammontano a circa 11.500 sterline) ed il risparmio annuale sul costo della benzina per 18 mila km percorsi (circa 1700 sterline).

A conti fatti?

Considerando il sistema di incentivazione inglese (FIT - Feed in Tariff) Robert ha calcolato che fra risparmio di benzina (1700 sterline/anno) e circa altre 1055 sterline per una quota dell’energia immessa in rete (ed incentivata) si arriva a circa 2800 sterline in tutto. Ovvero Robert può ripagare il proprio impianto in circa 4 anni.


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REPORTAGE
 
Robert Llewellyn guida elettrico per 1600 km con meno di 10 dollari
 
posted on 9/21/2011 at 12:33


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Mi sento molto Robert oggi! Avanti con il mio vectrix elettrico.. quest’estate ho totalizzato circa 3000 km con carica solare prossima al 95 percento. Un 5 percento lo conteggio per qualche irrisoria nuvolosità passeggera che in qualche occasione ha "disturbato" la carica. Nel mio caso 3000 km a 0,3 Euro.
 
Se ho capito bene le 5 sterline e spiccioli sono solo per il 15% dell’energia consumata dall’auto ed il titolo è discretamente fuorviante. Non si capisce neanche quanti km faccia la sua Leaf con un kWh.
 
Cara Vannessa.

Solitamente l’argomento, è valutato sulla base di due parametri:

A. Impatto ambientale
B. Impatto economico.

Da sempre si sbandierano mezze verità con l’intendo di avvalorare l’interesse di una parte o della sua opposta.

Per questo, approfitto dell’iniziativa di Mr. Robert che riporti, per apportare il mio contributo alla chiarezza.

A. Da nni si promuove la trazione elettrica con il bollino di "impatto zero" o "zero emissioni" dicendo il falso. Come è sempre, a mano a mano che la gente e la legge si svegliano, si aggiusta il tiro; da non molto infatti anche grandi attori dell’automotive crescono in moralità dichiarando più relisticamente "emissioni dal pozzo alla fonte".

Nessuna trasformazione energetica può essere completamente sicura e ad impatto zero, probabilmente perchè sta nell’essenza stessa dell’Energia questa verità.

La "filiera" scelta dal Sig. Robert è peraltro, quella che più si avvicina a raggiungere - per il ciclo energetico in discussione - importanti risultati in quest’ottica ambientale, anche se con rendimenti migliorabili.

Quel sibillino "(quasi prevalentemente diurna)" va peraltro precisato, perchè ovvio e limitante: ovvio poichè il fotovoltaico può trasformare energia quasi esclusivamente di giorno ed in presenza di sole e limitante poichè la scelta di ricaricare le batterie esclude l’utilizzo alternativo e, salvo avere "accumulatori di giro", impone la rinuncia all’utilizzo del veicolo cioè dell’obbiettivo per cui lo si possiede.

B. Già quanto appena detto suggerisce la necessità di analizzare nel dettaglio ogni conclusione per poterla considerare vera e riproducibile.

Come più volte scritto, il fotovoltaico ha ben oltre mezzo secolo di storia quindi il suo pay off, ROI o pay back che dir si voglia, è un dato comunque dinamico.

30, 20, 10 o 5 anni restano pertanto sempre e comunque valori da prendere con le pinze e in quest’ottica, il pregevole fai da te illustrato, ha più valore esemplificativo che non in termini di rendimento.

L’ulteriore impatto degli incentivi statali, cui anche questa iniziativa deve ricorrere per esaltarne la valenza, deriva dal sistema di tassazione ed obbliga quindi - specie di questi tempi - la necessità di sottolineare come l’avanzare della tecnologia concretizzando rendimenti migliori e prezzi inferiori, suggerisca di ottimizzare le scelte temporali dell’investimento per evitare l’inutile spreco di risorse.

Grazie comunque, perchè hai evidenziato un modo di non "sprecare", "svendere" quindi "ottimizzare" la sovraproduzione energetica diurna stimolando interventi.

Bene sarebbe infatti, che anche l’eccesso notturno, attuale caratteristica dei sistemi energetici nazionali, possa essere egualmente indirizzato con attese di rendimento certamente migliori di quelli qui configurati; questa scelta, dovrebbe rientrare nel contesto di un razionale programma per la gestione della risorsa energetica, sinergico anche con per l’opzione "trazione elettrica".

Buona giornata

Sergio Capraro
 
Gentile Sergio, la ringrazio per il suo prezioso commento che di certo permette di razionalizzare molti concetti che molto spesso vengo presentati - forse anche da me involontariamente - in modo superficiale.

Conosco personalmente diverse persone che guidano veicoli elettrici e avendone la possibilità lavorativa o altro preferiscono la ricarica diurna in presenza di impianto fotovoltaico e questa possibilità mi ha incuriosito molto.

Anche io, anche se scrivo negli Stati Uniti, sono molto eco-fan del Green applicato e mi piace l’approccio critico e condivisibile con cui viene presentato qui. Gli USA hanno ancora molta strada da fare, come del resto tutto il mondo.

Grazie ancora e presto.
 
Gentilissima Vanessa.

Grazie per la dimostrazione di attenzione ed intelligenza.

Come avrà visto, anche il recente salone di Francoforte, conferma che il full electric automotive powering non è ancora maturo e che il relativo approccio - se mai si arriverà a ritenerla soluzione ottimale - passa attraverso l’ibrido endotermico-elettrico.

Ciò risponde razionalmente alla "non convenienza" che l’accumulatore elettrico paga tutt’ora ad ogni livello al punto che, stante la mancanza di sussidi governativi attuale e con ogni probabilità destinata a perdurare anche nel lungo termine, l’interesse del veicolo elettrico risulta confinato nel contesto dell’amatore, dell’appassionato per vari motivi.

Pochi numeri dunque, conseguenza naturale della mancanza di un mercato che peraltro, come dicevo, è motivata anche tecnicamente.

A breve, vedremo veicoli molto più leggeri realizzati con materiali diversi e questo perterà al vero miglioramento: i 100 Km con due litri di gasolio non sono molto lontani.

Anche molti di più, se si rinunciasse all’ambizione favorendo anche la sicurezza.

Rimossi i limiti tecnologici ed economici dell’ "immagazzinare energia" e programmata una produzione di EE che tenga conto del suo potenziale utilizzo notturno per ricaricare le batterie elettriche ed in mancanza di altre scoperte migliori, con ogni probabilità anche la trazione elettrica su gomma diventerà realtà.

Complimenti ancora.

Buona giornata

Sergio Capraro
 
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